Phablet, tutta un’altra storia

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Fin da loro lancio con il primo Samsung Galaxy Note, il settore dei phablet mi ha sempre affascinato, forse perchè più vicino al mio stile, forse perchè più comodi o forse per mille altri motivi.

Dopo una lunga esperienza sfociata in un odio per un Note 2 che ho inizialmente amato e poi odiato, sono passato ai prodotti più piccolini, se così possiamo dire, utilizzando con molto piacere prima un Moto G, poi un LG G2 e poi un G3 (si non era proprio piccolissimo). Probabilmente, provandolo con mano quasi quotidianamente, il meglio della comodità sarebbe stato uno smartphone simil iPhone 5S e 6 dopo, ma iOS lo digerisco a fatica, lo sapete.

Ho delle mani abbastanza grandi, di conseguenza non faccio fatica ad utilizzare lo smartphone anche con una sola mano. Ammetto però i limiti di questo tipo di prodotti che, ad esempio in metro o sull’autobus, specie se in piedi, sono quasi impossibili da usare senza il rischio che ci cadano in terra.

Dopo una serie di vicissitudini, una pazzia: Galaxy Note 4. Solido, robusto come mai nessun’altro phablet provato. Elegante e soprattutto un gran display da utilizzare senza problemi, per il mio utilizzo ovviamente. So che vado a scontrarmi con diversi limiti, ma l’estate è passata e quindi giubbotti o borse sono d’obbligo, specie in università, ergo lo smartphone potrà stare tranquillamente in tasca senza dare alcun fastidio. Trovo innegabile la piacevolezza d’uso di un display così importante e bello allo stesso tempo e per quanto mi possa sforzare non trovo difetti reali se non congetture psicologiche.

Semplice ritorno di fiamma oppure chi lo sa una nuovo “amore”?

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