Rdio, la prima vittima dei servizi di streaming musicale

Interfaccia web Rdio
Interfaccia web Rdio

I vari servizi di streaming musicali arrivati nel corso di questi ultimi anni hanno completamente rivoluzionato il mercato dell’industria musicale portandolo ad un livello che forse fino a qualche anno fa nessuno poteva immaginare.

Nonostante il grande successo però il settore era costantemente poco profittevole tanto che le varie azienda a stento hanno conseguito degli utili e molto spesso venivano definite degli zombie, dei morti che camminano.

La prima vittima era quindi solamente una questione di tempo e giusto nelle scorse ore è arrivata: Rdio, uno dei servizi più interessanti e forse l’unica vera alternativa a Spotify, almeno fino a qualche mese fa.
L’azienda ha chiuso, ha dichiarato bancarotta ed è quindi iniziato tutto l’iter che ne consegue.

Vista la bontà del servizio si sono avvicinati i soliti condor, tipici di queste situazioni. Nello specifico stiamo parlando di Pandora che ha rilevato Rdio e tutto il suo staff per la modica cifra di 75 milioni di dollari. Tale azione però non mira alla salvaguardia di Rdio ed alla sua rinascita, ma al semplice rafforzamento di Pandora, che ricordiamo non essere presente sul mercato italiano.

A lungo termine forse tutti questi piccoli servizi potrebbero realmente scomparire. Stiamo parlando di un settore, come detto prima, che al momento non è ancora profittevole e solamente una grande società, come ad Apple ad esempio, con grandi disponibilità liquide potrebbe realmente sopravvivere.
Spotify ha dalla sua un ottimo nome, una buonissima reputazione ed un’integrazione ormai con il 90% delle tecnologie a disposizione. Apple Music vanta quanto detto in precedenza, mentre Google Play Music All Access pare non sfondare e soprattutto non essere il core business del colosso americano.

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