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Attualità

È morto Larry Flynt, il re del porno nemico di Trump

Larry Flynt, fondatore della rivista a luci rosse ‘Hustler’, è morto all’età di 78 anni. Era uno dei principali oppositori di Donald Trump

È morto Larry Flynt, fondatore ed editore della nota rivista a luci rosse Hustler. L’imprenditore è deceduto all’età di 78 anni a Los Angeles, dove viveva. Era paralizzato dalla vita in giù dal 1978 a causa di un tentato omicidio. Flynt è morto a causa di problemi cardiaci, che lo tormentavano da alcuni anni.

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Il motivo del decesso è un arresto cardiaco. Nel corso della sua vita aveva portato avanti molte battaglie legali per difendere la libertà di espressione. Poiché Flynt includeva anche la pornografia nell’elenco delle libertà che chiedeva, si è spesso scontrato con diverse associazioni religiose. Era uno dei principali oppositori di Donald Trump. Ma vediamo nel dettaglio la vita di Larry Flynt, un miliardario che ha fatto i soldi grazie al mondo della pornografia.

Larry Flynt, l’attentato e le battaglie legali

La morte di Larry Flynt ha scosso il mondo della pornografia. L’imprenditore statunitense aveva ottenuto un grande successo grazie alla rivista a luci rosse Hustler. Questa rivista è stata fondata nel 1974 ed ha ottenuto immediatamente un grosso seguito. Nel corso degli anni Flynt ha dovuto pagare milioni di dollari di multe a causa della pubblicazione di materiale osceno.

Uno dei processi più famosi si è concluso nel 1988, quando il reverendo protestante George Fallwell intenta una causa contro la rivista a causa della pubblicazione di una parodia che lo riguardava. Hustler aveva pubblicato una sorta di intervista nella quale il reverendo Fallwell raccontava la sua prima volta, descrivendo un incesto con la madre avvenuto in un bagno pubblico.

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Nel 1978 Flynt subisce un tentato omicidio da parte di un fanatico legato all’estrema destra e ad alcune associazioni religiose. Poco prima aveva pubblicato su Hustler alcune foto di rapporti interraziali. Per questo il 6 marzo del 1978 viene colpito da diversi colpi di pistola all’uscita di un tribunale.

L’autore dell’attentato è un neonazista e suprematista bianco, Joseph Paul Franklin, ex membro del Ku Klux Klan. Riesce a sopravvivere dal tentato omicidio ma è costretto a restare su una sedia a rotelle per il resto della sua vita. Franklin è stato giustiziato nel 2013 a causa di altri omicidi nei confronti di ebrei, persone di colore e coppie miste.

Foto: archivio del Corriere della Sera

Dopo l’attentato Flynt ha continuato con la sua attività, senza mai fermarsi. Nel corso degli anni sono state tantissime le pubblicazioni che hanno attirato l’attenzione dei media statunitensi. Così come sono state tante le cause legali che ha dovuto sostenere, spesso con il pagamento di cifre milionarie nei confronti di chi citava la sua rivista.

Il suo impegno in politica e la passione per i democratici

Era un convinto sostenitore del Partito Democratico, che spesso ha finanziato nel corso delle campagne elettorali. Nel 1998 Larry Flynt scende in campo per difendere Bill Clinton dalle accuse mosse da Monica Lewinsky. In quel caso aveva offerto soldi a chi rivelasse storie di tradimenti di leader repubblicani. A farne le spese fu un senatore del Partito Repubblicano.

Nel 2011 si schiera a favore di Anthony Weiner, marito dell’assistente personale di Hillary Clinton, costretto a dimettersi dal Congresso a causa di alcune foto hard con delle minorenni. Flynt quella volta salvò Weiner offrendogli un posto nel suo impero a luci rosse, garantendogli uno stipendio più alto di quello che prendeva da parlamentare.

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Quattro anni fa Flynt si schiera apertamente contro Donald Trump e lo fa dopo la sua elezione. L’imprenditore statunitense, infatti, aveva offerto dieci milioni di dollari in contanti a chi gli avesse portato prove sufficienti per avviare una procedura di impeachment contro il neo presidente. L’intento era quello di cacciare Trump. La storia poi gli ha dato ragione e non ha nemmeno avuto bisogno di sborsare i dieci milioni, segno evidente che la vera passione di Larry Flynt forse non era il porno, ma la politica.

Nel 2001 Flynt dichiara un patrimonio di circa 400 milioni di dollari, oggi quella cifra è sicuramente aumentata, anche se non si conosce esattamente il suo “tesoro” al momento del decesso.

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Salvatore Marsiglia

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