Android per lavorare non è male

Da una settimana sto usando Android stock per lavorare e non mi ci sto trovando affatto male.

Ho deciso di fare un patto con me stesso e di rimettermi a provare concretamente Android dopo vari anni di tentavi vani e di completa devozione nei confronti di iOS. Sebbene mi duole dirlo viste anche le strane scelte di Apple, ad oggi il suo sistema operativo mobile rimane ancora il mio punto di riferimento per molti aspetti.

Partiamo dal presupposto che volevo prima di tutto nuovamente scindere il telefono del lavoro dal telefono personale. I motivi sono sostanzialmente legati alla possibilità di poter riporre facilmente il primo fra i due citati e non dover andare ad avere mille distrazioni se voglio godermi un bel weekend con il sole fuori. Sorpassando i discorsi filosofici la scelta era ricaduta verso due differenti opzioni. La prima riguardava un altro iPhone ma che fosse moderno e compatto, così da sostituire il mio SE che non riusciva più a stare al passo con i tempi dei software. Oppure un dispositivo Android dotato però di un’esperienza stock in maniera tale da avere Android puro così come Google lo ha pensato. Detto questo mi sono pentito quindi di non aver preso un Pixel 2 XL a 329 euro da Unieuro prima di Natale, perché sarebbe stato perfetto. Fatto sta che gli iPhone costavano realmente troppo e la voglia di provare Android cresceva nonostante tutto.

Mi ritrovo così ad avere in mano uno Xiaomi Mi A2 con 6 GB di memoria RAM e 128 GB di spazio interno. Non ho quindi bisogno di dover mettere mano alla memoria interna ed ho la possibilità di utilizzare due schede. Una è la mia sim secondaria dove spero di non ricevere mai e poi mai chiamate. L’altra invece a rotazione sarà quella di vari operatori che ho in mente di provare nel corso di questi mesi.

Ero tanto scettico su questo smartphone e sul software, ma alla fine mi sono ricreduto. Outlook è finalmente una bella alternativa a Mail di Apple così come alcune app To-Do sono finalmente arrivate anche su Android. La pecca che ho trovato riguarda ancora la pessima gestione di Instagram e la mancanza di Tweetbot. Proprio quest’ultima citata mi ha fatto smettere di usare le mie liste di Twitter come principale aggregatore di notizie in favore del ritorno a Feedly che però ancora non mi convince nella sua applicazione ufficiale su Android. Ho impostato poi il non disturbare in maniera “complessa” con varie regole legate ai giorni ed alle ore che invece Apple ad esempio non permette così come ho limitato alcune applicazioni nell’uso in background per salvare la batteria. Risultato? Carico una volta ogni due giorni sia questo Mi A2 che il mio iPhone 7 Plus e riesco a tenere le due vite separate in maniera perfetta. Nessun account doppione e tutto ciò che riguarda il lavoro è e rimane solamente sullo Xiaomi.

Al momento posso dire di essere contento nonostante qualche limite software. Android cresce pur non avendo la stessa attenzione di iOS, ma forse è anche uno dei suoi vantaggi per alcuni aspetti. Credo di aver avuto fortuna nel trovare questo dispositivo, in questa veste, oltre che ad aver fatto in parte pace con Android. A posteriori posso dire di aver trovato la scelta migliore che mi ha anche fatto ricredere su alcune delle prime voci che erano arrivate su questo Mi A2. Vale veramente la pena provarlo, credetemi.

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