Sta iniziando il tracollo di Starbucks?

Starbucks non sta navigando in ottime acque da ormai qualche mese ed arrivano i primi seri provvedimenti.

Purtroppo per noi italiani le notizie che ci arrivano in merito a Starbucks nelle ultime settimane sono tutt’altro che positive.

Dopo le dimissioni del CEO con un’ottica spostata (probabilmente) verso la Casa Bianca, in molti si sono interrogati sul seguito della società che già di per sé non stava navigando in ottime acque. Già perché un accenno di crisi c’era già nei mesi passati salvo poi alcuni sprazzi di rinvigorimento del mercato. Tuttavia la crescita non è stata affatto importante al punto tale da recuperare le ingenti perdite segnate negli ultimi trimestri fra i quali, solamente l’ultimo ha chiuso con un segno positivo estremamente risicato: +1%.

Le decisioni da prendere sono state quindi drastiche con la società in piena emergenza sotto vari fronti. Via, si chiudono ben 150 caffetterie in tutto il mondo per cercare di arginare un attimo le perdite e tornare, forse, ad una situazione un po’ più stabile e non allo sbando completo.

Tuttavia, come era giusto pronosticare, i guai non sono finiti. Dopo infatti la prima di una lunga serie di decisioni (così hanno fatto sapere dalla società), il titolo in borsa è letteralmente crollato perdendo il 6,3% in pochissime ore.

Ad ogni modo in Staburcks non si preoccupano, anzi tutt’altro. Se noi dall’esterno dipingiamo una situazione non propriamente del tutto rosea, l’amministratore delegato Kevin Johnson predica la calma più totale. Anzi ribadisce come la strada perseguita sia in realtà corretta e che la crisi sia dovuta semplicemente ad un aumento dei costi dovuti ad una serie di investimenti per il lungo periodo. L’unico rimprovero che muove verso la sua azienda riguarda i tempi di risposta contro il mercato che, ad oggi, per Starbucks sono un po’ troppo lenti rispetto ai concorrenti ed a quanto necessario.

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