Pornhub rischia la chiusura, pubblicati video controproducenti: ecco quali

Il notissimo sito a luci rosse, “Pornhub” rischia la chiusura: secondo un’inchiesta del New York Times, il famoso portale con contenuti per adulti (uno dei siti più trafficati al mondo) avrebbe pubblicato video controproducenti: ecco quali

Pornhub rischia la chiusura: svelato il motivo
Pornhub rischia la chiusura: svelato il motivo (websource)

Pornhub è uno dei siti più cliccati al mondo. Si tratta, ovviamente, di un sito porno. Che fa un traffico mostruoso. Tanto che i suoi server sono considerati tra i più potenti e in grado di sostenere volumi di traffico che manderebbero in tilt molti altri sistemi. Un portale molto popolare, visto che – evidentemente – il porno tira eccome.

Per questo sito le visite mensile sono oltre 3 miliardi e mezzo: numero che fanno trasalire qualsiasi imprenditore del web, che risultati simili, spesso, può soltanto sognarli. Per fare un esempio, il traffico di Pornhub spazza via (spesso doppiando) quello di giganti del web come Yahoo, Netflix e Amazon. Si stima che sia il decimo sito più visitato al mondo, e di certo tra i re del porno sul web (anche se i portali a tema che fanno numeri impressionanti sono molti).

Pornhub nel mirino: i video illeciti possono far chiudere il sito

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Il sito è finito nel mirino del New York Times, che con un’inchiesta ha parlato della presenza all’interno del portale di video di carattere pedopornografico, ma anche di revenge porn, contenuti razzisti e misogini. Ma si citano anche di video di donne spiate e filmate senza il loro consenso o asfissiate con sacchetti di plastica. Ora Pornhub dovrà fare i conti con queste pesanti accuse. I presunti contenuti incriminati sarebbero caricati dagli utenti (come spesso avviene sul sito) e sarebbero sfuggiti ai controlli di sicurezza.

E l’inchiesta si occupa proprio di questi controlli, e in particolare se questi siano sufficienti o se si facciano effettivamente. Si tratta di un numero di video enorme che ogni giorno viene caricato. Nel 2019 questi sono stati ben 6.83 milioni. Il New York Times ha messo nel mirino soprattutto i filmati in cui si vedono donne maltrattate o in stato di coscienza: non ci sarebbe la possibilità di capire se questi video siano o meno oggetto di azioni illecite o addirittura di natura criminale. Intanto, la Mastercard, la nota azienda di carte di credito, ha chiesto al gestore del sito di approfondire le indagini per valutare la sicurezza dei propri clienti abbonati al sito.

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