Ti senti triste? La colpa è del Blue Monday. Scopri di cosa si tratta e quanto c’è di vero

Oggi, 18 gennaio 2021, è il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno. Esisterebbe anche una teoria scientifica, peccato che sia una bufala

Anche quest’anno è arrivato il famoso Blue Monday, il giorno più triste dell’anno. Questa ricorrenza arriva sempre il terzo lunedì di gennaio, ritenuto il giorno più deprimente per i paesi dell’emisfero boreale. Secondo l’emittente televisiva inglese Sky Travel, a dimostrare questa teoria sarebbe addirittura un’equazione. Tutto risale al 2005, quando anche il Guardian ha riportato questa vicenda.

Blue Monday
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La storia del Blue Monday nasce da un grande malinteso, ma ormai ha preso piede in Europa e negli Stati Uniti. Nel gennaio 2005, il medico e divulgatore britannico Ben Goldacre riportò un comunicato dell’Università di Cardiff, attribuito allo psicologo Cliff Arnall, secondo il quale ci sarebbe una teoria scientifica alle spalle del Blue Monday, il giorno più triste e deprimente dell’anno.

In realtà la stessa Università di Cardiff prese le distanze da Arnall qualche giorno dopo, smentendo tutto. Ma, quando la storia arrivò in televisione, era ormai troppo tardi. La fama del Blue Monday si era ormai estesa ed era addirittura diventata commerciale. Molte compagnie, infatti, hanno approfittato di questa storia per questioni di marketing, utilizzando il Blue Monday in numerosi spot pubblicitari.

Blue Monday, come nasce la famosa equazione

Il Blue Monday non è una data fissa, ma è il terzo lunedì di gennaio. Questo sarebbe il giorno più triste e deprimente dell’anno, definito da alcuni anche il “giorno del divorzio”. A supportare questa tesi c’è anche un’equazione, elaborata da uno psicologo dell’Università di Cardiff, Cliff Arnall. E, anche se gli altri accademici nel 2005 hanno preso le distanze da Arnall, oggi il Blue Monday è diventato una ricorrenza commerciale in tutti i paesi occidentali.

Università Cardiff
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Arnall prese in considerazione diversi fattori, fra questi c’erano le condizioni metereologiche di gennaio, solitamente invernali, l’ammontare dei debiti, i salari mensili, il fatto che fossero finite le festività natalizie, il tempo trascorso per rendersi conto che i buoni propositi dell’anno fossero già andati a farsi benedire, la scarsa motivazione e la sensazione della necessità di agire.

La necessità di agire, secondo Arnall, è un fattore presente ogni volta che intendiamo iniziare qualcosa di nuovo, che siano vacanze estive o nuovi progetti di vita. Mescolando tutti questi dati venne fuori un’equazione, che era stata commissionata da un sito di viaggi. In questa equazione, però, non c’è nulla di riconducibile alle regole matematiche e per questo l’Università di Cardiff ne prese prontamente le distanze

Algoritmo Blue Monday
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Una bufala, quindi. Se realmente esistesse un modo per calcolare tutto ciò che ci rende tristi, automaticamente dovrebbe esisterne uno per renderci felici, tutto ciò non è accettabile per la scienza. E, qualora esistesse veramente un modo per stimare la felicità o la tristezza di ognuno di noi, sarebbe impossibile riassumerlo in una formula algebrica come quella del Blue Monday.

La vera teoria è il Winter Blues, la malinconia invernale

E’ evidente che non esista un giorno più triste dell’anno, soprattutto in un periodo come questo. La pandemia che ha colpito tutto il mondo ha accentuato in tante persone dei disturbi della salute mentale. La depressione è all’ordine del giorno e le restrizioni non aiutano. Sempre dalla Gran Bretagna arriva uno studio che dimostra le cause e gli effetti della pandemia sulle persone.

Antonis Kousoulis, direttore della Mental Health Foundation del Regno Unito, ha lanciato l’allarme: “La cura della salute mentale è una grande sfida per la nostra generazione. Affermare che il Blue Monday sia il giorno più triste dell’anno significa banalizzare il problema della depressione”. Secondo Kousoulis, le teorie che ruotano intorno al Blue Monday, sarebbero pseudoscienza.

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Esiste invece una vera teoria legata alle scienze psicologiche che si chiama Winter Blues. La traduzione è “Malinconia invernale” e si tratta di un disturbo affettivo legato alla mancanza della luce solare. Nel corso dell’inverno, soprattutto nel nord dell’Europa e nei paesi scandinavi, si riceve meno luce solare rispetto alle altre stagioni e questo influisce sul sonno e sull’umore degli abitanti di quelle zone.

A queste persone è consigliato di fare tanta attività all’aperto ma i lockdown e le restrizioni sono chiaramente un ostacolo. Per questo motivo il Winter Blues è un problema serio e questa teoria sta prendendo sempre più piede negli ultimi mesi, a differenza del Blue Monday.

Blue Monday teoria
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