Coronavirus, rapporto Gimbe: la zona rossa a Natale ha funzionato

Secondo il monitoraggio indipendente della fondazione Gimbe sul Coronavirus, le restrizioni di Natale hanno portato dei risultati positivi

Coronavirus, rapporto Gimbe: la zona rossa a Natale ha funzionato
Coronavirus, rapporto Gimbe: la zona rossa a Natale ha funzionato (websource)

Tra il bilancio dopo la zona rossa natalizia e l’allarme vaccini, la fondazione Gimbe fa il punto sull’epidemia in Italia con il suo rapporto indipendente. Nella settimana dal 13 al 19 gennaio c’è stata una generale riduzione dei nuovi casi e un lieve calo nei decessi, ma anche nelle terapie intensive. Tuttavia, c’è preoccupazione per il ritardo nella consegna dei vaccini, con le regioni che stanno rallentando (inevitabilmente) le somministrazioni.

La riduzione dei nuovi casi (97.335 vs 121.644) a fronte di un concreto e anomalo calo del rapporto positivi e casi testati (19,8% vs 29,5%). In leggera flessione i casi attualmente positivi (535.524 vs 570.040) e, sul fronte dei ricoveri in ospedale, si riducono i degenti con sintomi (22.699 vs 23.712) e le terapie intensive (2.487 vs 2.636); lieve calo dei decessi (3.338 vs 3.490).

Epidemia Covid in Italia: luci e ombre nel rapporto Gimbe

“Il bilancio dopo le due settimane di lenta crescita di tutte le curve causate dagli allentamenti pre natalizi – ha spiegato Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBEsi vede una riduzione dei nuovi casi grazie agli effetti del Decreto Natale, che nei primi giorni ha messo in zona rossa tutto il Paese”. Grazie alle chiusure di Natale sono scesi i casi in quasi tutte le regioni, ma anche per quel che riguarda i ricoveri.

Eppure, in sette regioni su supera la soglia del 40% dei ricoverati per Covid, e in 11 quella del 30% delle terapie intensive. Per quel che riguarda il piano vaccinale, nel 2021 è prevista la consegna di 154.1 milioni di dosi, così suddivise: 28,3 nel primo trimestre, 57,2 nel secondo, 53,8 nel terzo e 14,8 nel quarto. Tuttavia, i ritardi nelle consegne faranno allungare i tempi, anche se l’Italia dispone (sulla carta) di 102.3 milioni di dosi in arrivo in questo 2021.

 

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