Smartphone, da gennaio niente più Radio FM sui devices

Tra pochi giorni non sarà più possibile ascoltare la Radio Fm sui vostri smartphones. Il problema è una legge italiana

Radio FM su smartphone
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Brutte notizie per tutti gli amanti della Radio FM. Da gennaio, infatti, non sarà possibile ascoltare le frequenze preferite tramite smartphone. Questo almeno per il momento, secondo quanto disposto dalla legge italiana.

Tutto nasce dal famoso decreto “Sblocca cantieri” che, oltre a stabilire norme per quel che riguarda l’edilizia, spiega che tutti i dispositivi dotati di radio FM devono poter ricevere anche i servizi della radio digitale DAB+.

L’Italia infatti sta provando, con molte difficoltà, a “obbligare” i produttori di dispositivi che permettono la ricezione della radio ad adeguarsi al nuovo standard digitale.

Per quel che riguarda le radio vere e proprie, anche quelle montate nelle nostre automobili, l’obbligo del DAB+ è scattato già dall’inizio del 2020. Mentre per quel che riguarda gli smartphone l’obbligo è stato più volte rinviato fino ad arrivare alla scadenza del 31 dicembre 2020.

Radio FM sugli smartphone in Italia, cosa succederà a gennaio

Smartphone senza jack audio
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Ora, a pochi giorni dalla scadenza, ci troviamo di fronte a uno scenario davvero complicato. Ci sono due motivi alla base della preoccupazione:

  • non esiste uno smartphone in grado di supportare tale tecnologia e la ricezione dei servizi della radio digitale, in quanto non è integrato il sintonizzatore dedicato
  • anche se venisse integrato questo nuovo componente, per ascoltare le frequenze ci sarebbe comunque bisogno del jack audio da 3.5 mm che però sta via via scomparendo dai nuovi devices

Vista la situazione, i produttori dovrebbero disabilitare a breve la Radio Fm dai propri dispositivi. Samsung già in questi giorni sta rilasciando un aggiornamento software che rimuove la funzione relativa sugli smartphone, e a breve sarà seguita anche dagli altri produttori.

Usiamo comunque il condizionale perchè la situazione legale è in continua via di sviluppo e potrebbe anche cambiare: le direttive europee vanno infatti in direzione contraria rispetto alla normativa italiana e, di conseguenza, la legge italiana potrebbe essere invalidata.

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