Edwige Fenech ha recitato per Tarantino: in quale film l’abbiamo vista

Edwige Fenech, icona sexy anni ’80 e attrice simbolo del cinema all’italiana, è stata la musa ispiratrice e protagonista di un film del regista Quentin Tarantino. Scopriamo quale pellicola ha visto il suo ritorno sul grande schermo

Edwige Fenech
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Edwige Fenech è rimasta legata, nell’immaginario di tutti, a quella commedia all’italiana che tanto ci ha fatto ridere negli anni ’70 ed ’80. La bellissima attrice con Giovannona coscia lunga o Quel gran pezzo dell’Ubalda, tutta nuda e tutta calda per citarne solo alcuni, ha raccontato pregi e difetti degli italiani dell’epoca.

Non c’è pellicola del genere senza una sbirciata dal buco della serratura del Lino Banfi o Alvaro Vitali di turno, intento ad ammirare la giovanissima e seducente Edwige mentre era alle prese con un bagno rilassante o un cambio d’abito.

Le forme generose dell’attrice e le sue movenze sexy e mai volgari erano messe a confronto con le reazioni dei maschietti, smaniosi ed impacciati, che non riuscivano mai nel loro intento, quello di conquistare le grazie della protagonista.

Edwige Fenech: “è stato come vivere un menage a tre, sono stata benissimo”

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Il genere della commedia sexy non ha spopolato solo in Italia. Estimatore d’eccellenza è sicuramente Quentin Tarantino. Il regista di Pulp Fictions, infatti ha sempre dichiarato quanto sia amareggiato per la morte del cinema di genere in Italia, del quale è un grandissimo estimatore.

Per questo alla prima occasione, capitata la Mostra del Cinema di Venezia del 2005, Tarantino  chiese ad Edwige Fenech se fosse disposta a tornare sul grande schermo per tornare a vestire i panni della professoressa sexy. Dopo due anni dopo era sul set di Hostel Part II (regia di Eli Roth e produzione di Quentin Tarantino).

Il tributo del regista non è solo alla bellissima e bravissima attrice ma al tanto amato genere cinematografico. La Fenech ricorda così il suo ritorno sul grande schermo: “Ho considerato quest’offerta di lavoro come un atto d’amore da parte sua (il regista Eli Roth) e di Quentin, come un omaggio a un’attrice che ha segnato profondamente la loro formazione cinematografica. Sul set è stato un po’ come vivere un menage a tre, sono stata benissimo.”

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