Donald Trump, c’è la data del processo di impeachment: si parte l’8 febbraio

Era nell’aria da diversi giorni e adesso è ufficiale: il processo di impeachment nei confronti di Donald Trump inizierà l’8 febbraio 2021

Dopo i fatti del 6 gennaio nessuno ha più avuto dubbi: Donald Trump avrebbe dovuto affrontare un secondo processo di impeachment. Le immagini dell’invasione di Capitol Hill hanno fatto il giro del mondo e hanno fatto indignare tutti. Il Campidoglio è la principale sede della democrazia americana e, se realmente Donald Trump ha aizzato quelle persone, il processo dovrà e potrà dimostrarlo.

Donald Trump
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Nel corso dell’assalto a Capitol Hill hanno perso la vita quattro persone tra i manifestanti e una appartenente alle forze dell’ordine. L’impeachment è stato fortemente voluto dalle forze politiche opposte a quelle di Trump ma non è soltanto tra il Partito Democratico che l’ormai ex presidente si è fatto dei nemici. Anche tra il Partito Repubblicano c’è chi è d’accordo con il processo, anche se le posizioni sono spaccate da tempo.

E’ proprio la spaccatura all’interno del Partito Repubblicano che potrebbe far slittare la data di inizio del processo di impeachment nei confronti di Donald Trump. Al momento la data cerchiata in rosso sul calendario è l’8 febbraio ma alcuni senatori repubblicani starebbero provando a rinviare il processo a metà febbraio. L’obiettivo è quello di dare più tempo all’ex presidente per costruire una difesa più solida.

Donald Trump verso il secondo impeachment, c’è la data

Chuck Schumer, senatore del Partito Democratico, ha dichiarato che il processo di impeachment nei confronti di Donald Trump inizierà l’8 febbraio. “Una volta redatti i fascicoli, la presentazione da parte delle parti inizierà la settimana dell’8 febbraio”, queste le parole di Schumer ai suoi colleghi del Senato americano. In questo modo si posticiperà il processo di due settimane.

Chuck Schumer
Chuck Schumer (web source)

L’obiettivo è quello di consentire alla Camera alta americana di confermare in anticipo le nomine del nuovo presidente Joe Biden, che ha varato un massiccio piano di aiuti economici e ha dichiarato che la sua amministrazione metterà al centro del progetto politico la lotta al coronavirus.

Non è il primo impeachment nel quale Donald Trump viene coinvolto. Il 12 luglio 2017 Brad Sherman, rappresentante dello stato della California, ha presentato la prima richiesta di impeachment nei confronti dell’ex presidente americano. L’accusa era quella di aver ostacolato la giustizia indagando in una presunta interferenza russa nelle elezioni presidenziali del 2016.

Primo impeachment Trump
Fonte: Wikipedia

L’accusa si basava su una presunta telefonata tra Donald Trump e Volodymyr Zelens’kyj, presidente ucraino. Trump avrebbe chiesto al collega ucraino di indagare su Hunter Biden, figlio dell’attuale presidente americano e membro del consiglio di amministrazione della Burisma Holdings. L’obiettivo era quello di diffamare Biden senior, minacciando di congelare gli aiuti finanziari all’Ucraina se non fossero state svolte le indagini su Hunter Biden.

L’indagine di impeachment è partita formalmente il 24 settembre 2019. Alcuni funzionari hanno confermato che il piano di Trump fosse quello di avvantaggiarsi alle elezioni presidenziali nei confronti di Joe Biden. Secondo alcune testimonianze Rudolph Giuliani, avvocato personale di Donald Trump, avrebbe chiesto più volte agli ucraini di aprire indagini sulla Burisma, minacciando di interrompere gli aiuti finanziari e la vendita delle armi.

Speaker Nancy Pelosi
Foto Getty Images

Secondo il rapporto della Commissione permanente della Camera sull’Intelligence, Trump avrebbe agito personalmente attraverso dei mediatori per sollecitare l’intervento di un governo straniero per favorire la sua rielezione. L’ex presidente avrebbe anche chiesto ad alcuni funzionari dell’amministrazione di non presentarsi alle udienze, per evitare che testimoniassero contro di lui.

Il 13 dicembre 2019 la Commissione Giudiziaria della Camera sull’Intelligence ha approvato due articoli di impeachment: il primo per abuso di potere, l’altro per aver ostruito il lavoro del Congresso. Trump è stato messo ufficialmente sotto accusa il 18 dicembre 2019, quando la Camera dei rappresentanti ha votato e approvato entrambi gli articoli. Donald Trump è stato il terzo presidente della storia americana sottoposto all’impeachment. Prima di lui avevano affrontato lo stesso destino Andrew Johnson, nel 1868, e Bill Clinton nel 1998.

Impeachment Bill Clinton
Impeachment Bill Clinton – Foto Getty Images

Gli articoli di messa in stato di accusa sono stati respinti dal Senato, all’epoca sotto il controllo del Partito Repubblicano, il 31 gennaio 2020. L’unico esponente repubblicano a favore dell’impeachment era Mitt Romney, che aveva votato a favore della messa in stato di accusa per abuso di potere. Dopo questa vicenda Trump ha licenziato diversi funzionari della sua amministrazione, colpevoli di non essergli stato fedele.

L’ex presidente americano si è fatto fotografare con la prima pagina del Washington Post il giorno dopo la sua assoluzione al Senato. In questo modo ha voluto dare un segnale a tutti, colleghi di partito, funzionari della sua amministrazione e, soprattutto, oppositori politici. Ma adesso la storia è diversa perché Donald Trump non ha più il potere tra le mani e il processo di impeachment potrebbe andare fino in fondo.

Donald Trump assolto in Senato
Fonte: Wikipedia

Nuovo impeachment nei confronti di Donald Trump: il Partito Repubblicano si spacca

Il repubblicano Mitch McConnell ha chiesto di rinviare il nuovo dibattimento a metà febbraio. In questo modo Donald Trump potrà organizzare al meglio la sua difesa. Al momento l’unico avvocato dell’ex presidente è Butch Bowers, 55 anni, proveniente dalla South Carolina. Pare che il legale gli sia stato consigliato dal senatore Lindsey Graham, ancora in contatto e fedele al suo ex presidente.

All’interno del Partito Repubblicano c’è una forte spaccatura. McConnell ha chiaramente dichiarato che l’attacco a Capitol Hill è stato provocato dalle parole di Trump e per questo sarebbe a favore della condanna. McConnell fa parte di quella sezione del partito che vorrebbe scaricare Trump, ma non tutti sono d’accordo con lui.

Mitch McConnell
Mitch McConnell (web source)

Lindsey Graham è uno dei fedelissimi di Donald Trump e ha dichiarato che senza il tycoon non c’è nessun futuro per il Partito Repubblicano. Servono 67 voti in Senato affinché Trump venga dichiarato colpevole; i democratici sono 50, quindi servono 17 repubblicani che votino contro il loro ex presidente. La ricerca di questi 17 senatori sarà probabilmente il principale argomento di discussione negli Stati Uniti nelle prossime settimane.

Schumer e McConnell stanno trattando: i democratici potrebbero accettare il rinvio dell’impeachment, in cambio i repubblicani si starebbero impegnando a vagliare le nomine e le misure di Joe Biden senza fare ostruzionismo. Il principale obiettivo dell’amministrazione è quello di far approvare quanto prima il pacchetto di aiuti alle famiglie e alle imprese in difficoltà. Saranno stanziati circa 1.900 miliardi di dollari.

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