E’ morto Richard Feigen, il leggendario collezionista e gallerista americano. Aveva 90 anni, si è spento a causa di problemi legati al Covid
Il mondo dell’arte è in lutto: è morto Richard Feigen, storico e celebre collezionista e gallerista americano. E’ morto a New York all’età di 90 anni. Aveva contratto il Covid-19 e proprio alcune complicazioni del virus gli sono state fatali. Si tratta di uno dei galleristi che maggiormente hanno influenzato il mondo dell’arte dal dopoguerra in poi.
Feigen era un grande amante dell’arte italiana, era noto infatti per aver aggiunto alle sue collezioni diverse opere d’arte provenienti dal nostro paese. Le sue gallerie avevano sede a Chicago, la città dove era nato nel 1930, e a New York, la città nella quale viveva da tanti anni. Era appassionato soprattutto di alcuni generi, come il manierismo italiano, il barocco, il neoclassico francese e il romantico britannico.
Chi era Richard Feigen, biografia e carriera
Richard L. Feigen è nato l’8 agosto 1930 a Chicago, Illinois, negli Stati Uniti d’America. E’ sempre stato molto precoce negli studi, infatti si laurea a Yale nel 1952 e prende un master ad Harvard nel 1954. E’ proprio il periodo alla Harvard Business School che lo indirizza verso quello che sarà il suo mestiere per tutta la vita. Nel 1957 apre la sua prima galleria di arte contemporanea a Chicago, la sua città natale.
La buona riuscita della sua prima attività commerciale lo spinge a spostarsi a New York, dove già all’epoca c’erano più possibilità di espandersi e di mettersi in mostra. Nel 1962, infatti, decide di aprire una galleria anche nella ‘Grande Mela’, precisamente nel quartiere di Soho. E’ il primo gallerista ad aprire un’attività commerciale in quella zona. In seguito altri colleghi lo seguiranno e proveranno ad imitarlo.
I principali artisti contemporanei presenti nelle sue due gallerie sono Joseph Cornell, Jean Dubuffet, Jasper Johns, Bridget Riley, James Rosenquist e Francis Bacon. Il suo nome inizia a diventare conosciuto quando nel 1970 lo scrittore e giornalista statunitense Tom Wolfe lo cita in un saggio molto celebre dedicato ai “Radical chic”. E’ da quel momento che inizia a guadagnare molti soldi.
E’ proprio grazie a questi importanti guadagni che può permettersi di dedicarsi ad un’altra grande passione: gli ‘Old Masters’. Va infatti oltre l’arte contemporanea e inizia a collezionare i capolavori del passato, che sin da giovane hanno attratto la sua attenzione. Si focalizza soprattutto sui capolavori dell’arte italiana, tra le opere della sua collezione, infatti, sono presenti alcune fatiche di Orazio Gentileschi, Guercino, Lorenzo Monaco e Beato Angelico.
Ma nelle sue gallerie sono state esposte anche opere di artisti impressionisti come Monet, Picasso, Beckmann, Brâncuși (che non era un pittore ma uno scultore) e Van Gogh. Nel corso della sua lunga e fruttuosa carriera ha collaborato con molti clienti importanti, tra questi due dei più prestigiosi musei del mondo: il Louvre di Parigi e la Nazional Gallery of Art di Washington.
Oltre a questi due musei, ce ne sono anche altri con i quali ha collaborato spesso, con eccellenti risultati sotto tutti i punti di vista. Tra questi il Museum of Fine Arts di Boston (Museo delle Belle Arti) e la Nazional Gallery di Londra. Nel 2016 il Getty Museum di Los Angeles ha acquistato per 30,5 milioni di dollari “Danae e la pioggia d’oro” di Orazio Gentileschi.
Questa opera era stata in precedenza concessa in prestito al Metropolitan Museum of Art di New York, con un grande afflusso di appassionati e curiosi. I 30,5 milioni di dollari incassati per la vendita dell’opera del Gentileschi rappresentano una delle operazioni più remunerative della sua carriera. Negli ultimi anni di vita ha messo all’asta anche altre opere della sua vasta collezione.
Nel 2019, infatti, vengono battuti all’asta diversi dipinti di proprietà di Feigen. Tra questi ci sono “Madonna con Bambino, Santa Lucia, San Giovanni Battista” di Annibale Carracci, “Il profeta Isaia” di Lorenzo Monaco e “The Skylark, Dedham” di John Constable. Tutti questi dipinti sono stati venduti a cifre milionarie. Non è ancora chiaro se parte della sua eredità sarà prestata o devoluta ad alcuni musei o se la moglie dovrà occuparsi della gestione dell’intero patrimonio.