Per Lucio, il documentario su Lucio Dalla presentato alla Berlinale

Pietro Marcello ha presentato alla Berlinale un documentario dal titolo “Per Lucio”. Racconta Lucio Dalla agli inizi della sua carriera

Tutti conoscono le canzoni più famose di Lucio Dalla, i suoi successi sono cantati in tutto il mondo. In pochi conoscono i primi anni da artista del cantautore bolognese, scomparso nel 2012. Il regista Pietro Marcello ha presentato alla Berlinale un documentario che descrive proprio i primissimi anni di Lucio Dalla. Si chiama Per Lucio.

Lucio
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Si tratta di un’opera che racconta Dalla quando era ancora Lucio e non era famoso. Non andava ancora in giro con la coppola in testa e gli occhialini tondi, ma con una camicia aperta e collane in abbondanza. Il documentario sarà presentato nella sezione ‘Special’. È una biografia piena di inediti o di racconti inusuali sul cantautore bolognese.

Marzo è un mese importante per Lucio Dalla. È nato e morto in questo mese. Il 4 marzo del 2012, tre giorni dopo la sua morte, ci fu il suo funerale. Nello stesso giorno in cui era nato. Vediamo nel dettaglio di cosa parla questo documentario e quali aspetti della vita di Lucio Dalla vengono presi maggiormente in considerazione.

Il documentario su Lucio, quando non era ancora Dalla

 

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Pietro Marcello ha presentato alla Berlinale un documentario intitolato Per Lucio che racconta i primissimi anni di carriera di Lucio Dalla. Al suo interno ci sono interviste inedite e immagini dell’artista che non siamo abituati a vedere. Racconta più il jazzista che il cantante che si muove sul palco con naturalezza nella seconda parte della sua carriera, quella più nota alla massa.

Un episodio molto curioso fu quello che vide Lucio partecipare allo Zecchino d’Oro in compagnia della mamma. Quando chiesero alla signora il nome del figlio, lei rispose “Dalla”, come si usava a scuola. Ed ecco spuntare suo figlio con una camicia di seta che evidenziava la pancia. All’epoca in televisione ci si poteva permettere di essere imperfetti.

Dalla
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Lucio non era un esibizionista. Vediamo un’intervista nel vagone di un treno con il gelato del microfono che spunta dalla camicia, fissato in qualche modo sul petto. C’era anche una chitarra e Lucio sorride quando l’intervistatore lo provoca, provando a spacciarlo per un bugiardo. Il documentario racconta i tempi in cui l’autore bolognese non viveva in condizioni economiche agiate.

Quando Lucio Dalla ha iniziato a diventare famoso andava di moda il culto del bello. Mal e Gianni Morandi erano i modelli, lui sembrava qualcosa di diverso. Ma Lucio non ha mai provato invidia per i suoi colleghi. Era un jazzista, suonava il clarinetto e aveva tanto talento. Gli bastava questo e non era poco.

Lucio Dalla young
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All’interno del documentario Pietro Marcello inserisce anche l’Italia dell’epoca, quella che lavorava nelle fabbriche. Ci sono delle interviste ad alcuni operai della Fiat, che all’epoca sfamava buona parte della popolazione. Sullo sfondo le note del brano Intervista con l’avvocato, scritto da Lucio Dalla e dal poeta bolognese Roberto Roversi.

Questa coppia scrisse molte canzoni negli anni ’70. La canzone di Orlando, L’operaio Gerolamo, La borsa valori, Mille miglia. I due hanno scritto tre album: Il giorno aveva cinque teste, Anidride Solforosa, Automobili. All’interno di quest’ultimo, del 1976, c’è Nuvolari, dedicata al pilota mantovano che aveva fatto la storia dell’automobilismo all’inizio del secolo scorso.

La seconda parte del documentario

Nella seconda parte del documentario viene raccontata la fase in cui l’artista bolognese diventa un one man band. È il periodo in cui vengono pubblicati capolavori come Quale Allegria, Futura, Balla balla ballerina, Mambo e Come è profondo il mare. Tutti brani che ancora oggi vengono passati dalle radio italiane e non solo.

Pietro Marcello è riuscito a mostrare l’aspetto personale di Lucio Dalla, senza cadere nel banale. Le interviste al suo manager Tobia e Stefano Bonaga, amico d’infanzia di Lucio, ne sono la dimostrazione. Immagini inedite che lasciano lo spettatore a bocca aperta. Immagini che fanno venire la nostalgia di anni che ormai sono andati e non torneranno mai più.

Erano anni in cui in un’intervista si diceva la verità e non le solite parole scontate che si ascoltano oggi, stabilite a tavolino. Il regista racconta il suo incontro personale con Lucio Dalla, avvenuto a Bologna in occasione di un altro documentario presentato anni fa, intitolato La bocca del Lupo. Alcuni spezzoni di questo documentario sono presenti anche all’interno di Per Lucio.

Pietro Marcello ha spesso omaggiato i nullatenenti e coloro che vivono ai margini della società. Condivide con Lucio Dalla questa sua predisposizione a mettere in risalto chi vive abbandonato. Dalla fu il primo autore italiano a cantare barboni, prostitute e ultimi di ogni genere. Dopo di lui, tanti hanno provato ad imitarlo. In pochi ci sono riusciti.

Pietro Marcello
Fonte: Getty Images
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