Vite al Limite, chi è la seconda paziente morta durante il programma

Vite al Limite: Kelly Mason la seconda persona morta durante lo show. Una paziente del dottor Now scomparsa durante le riprese del programma

Vite al Limite, chi è la seconda paziente morta durante il programma
Vite al Limite, chi è la seconda paziente morta durante il programma (websource)

Non tutte le storie raccontate a “Vite al limite” hanno un lieto fine. Il programma in onda su Real Time racconta le vicende di persone affette da gravissima obesità che intraprendono un difficile percorso di ritorno alla vita, provando a perdere i chili necessari per potersi operare e successivamente tentare di riavere un’esistenza il più possibile normale. Quasi sempre, i pazienti del dottor Younan Nowzaradan riescono a ottenere dei risultati, e spesso ottengono di nuovo una vita normale.

Purtroppo, accade anche le cose non vanno come dovrebbero. Durante le riprese del programma (il percorso di cura viene seguito puntata per puntata) è accaduto due volte che pazienti non ce l’hanno fatta. Due persone, infatti, sono morte durante il percorso di cura e le riprese del programma. La seconda in ordine di tempo è la sfortunata Kelly Mason, che purtroppo non è più uscita dalla clinica per obesi gravi del di “Vite al Limite”. La prima fu Robert Buchel.

Leggi anche – Vite al Limite, Robert Buchel pesava 410 kg: il triste epilogo della sua storia

Vite al Limite, Kelly Mason è il secondo paziente morto durante le riprese

La donna è deceduta durante le riprese del format, e si è dovuta arrendere alle sue gravissime condizioni di salute. La notizia è stata diffusa dal settimanale americano Distractify. La storia di Kelly ha commosso il pubblico, perché la donna stava svolgendo un lavoro esemplare per provare a guarire. Purtroppo, l’incredibile perso che aveva raggiunto, ben 400 chili, sono stati letali. Nonostante la coraggiosa donna era rigorosa nel seguire la dieta e nel fare tutto ciò che il dottor “Now” le prescriveva, i risultati non sono stati compatibili con una effettiva ripresa.

Il suo cuore, infatti, ancora alle prese con un corpo dal peso di 400 chili circa, non ha retto. La donna ormai aveva rinunciato a qualsiasi attività motoria, anche basilare, e viveva allettata da mesi. Pur intraprendendo con coraggio un percorso molto difficile si è dovuta arrendere. Le sue condizioni, purtroppo, erano ormai troppo gravi e irreversibili.

Impostazioni privacy