Live non è la d’Urso, il Ministro Boccia: “Nessuno resterà solo”

Negli studi di Barbara d’Urso è intervenuto il Ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia con alcune dichiarazioni molto importanti.

A Live non è la d’Urso la bella conduttrice partenopea, Barbara d’Urso ha ricevuto il Ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ponendogli domande dirette e molto importanti. L’intento della presentatrice è stato quello di mettere in chiaro qualche dubbio sorto fra la popolazione in questi giorni. D’altronde siamo in una fase della pandemia che genera non poca confusione e dibattito e le delucidazioni da parte del ministro saranno sicuramente utili a tutti. Vediamo cosa è stato detto.

A Live non è la d’Urso il Ministro Boccia “mette i puntini sulle i”

Barbara d’Urso assieme al Ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia from web source

Ad inizio trasmissione, la conduttrice televisiva e padrona di casa di Live non è la d’Urso, la presentatrice partenopea Barbara d’Urso ha ricevuto in studio Francesco Boccia.

Al Ministro per gli Affari regionali è stato subito chiesto: “Cosa sta succedendo in Abruzzo?”

A questa domanda il Ministro Boccia ha prontamente risposto: “Il Presidente dell’Abruzzo è in stretto contatto con il ministero della Salute. La zona rossa era stata dichiarata con due giorni di anticipo rispetto al resto. Ogni venerdì viene definito il modello su cui si decidono le restrizioni. L’Abruzzo anticipò di due giorni la zona rossa“.

In questo modo il Ministro ha messo in chiaro quanto accaduto nel tempo passato, salvo poi aggiungere che: “C’è la disponibilità del Governo nei confronti della regione, ma nel rispetto della legge. Se l’Abruzzo tornasse arancione da mercoledì avrebbe l’autorizzazione dal Governo mentre se invece si auto-dichiarasse da domani mattina verrebbe diffidata dal Governo stesso“.

Il Ministro ha nella sostanza chiarito che il Governo non accetterebbe anticipazioni sul cambio del colore della regione. Per poi aggiungere: “La domanda che bisognerebbe porsi è se un luogo che doveva star chiuso e questo riapre e poi qualcuno si contagia, che cosa succede?“.

“Siamo a 60 mila e 68 persone che non ci sono più, padri, madri, nonne e nonni, siamo noi. Non avere la responsabilità di capire che stiamo facendo tutto per sicurezza è impossibile”.

Infine ha poi concluso su questo intervento dicendo: “Ci sono pressioni dai territori ma la nostra normalità non sarà mai la stessa finché non finisce il Covid”.

La bella conduttrice partenopea ha poi incalzato il Ministro ponendogli delle domande molto specifiche sulle reazioni del Governo nel caso si verificasse la  ‘disobbedienza’ dell’Abruzzo. Boccia ha confermato che se l’Abruzzo decidesse di diventare arancione da domani sarebbe diffidata dal Governo.

Barbara d’Urso ha poi chiesto al Ministro se c’è la speranza che ci possano essere cambiamenti e modifiche al DPCM Natale che presenta restrizioni molto rigorose, chiedendo una maggiore sicurezza.

Il Ministro Boccia ha risposto dicendo: “Anche su questa vicenda si è aperto un dibattito superiore rispetto alla vicenda effettiva. Non sono cambiate le norme rispetto all’ultimo mese, le zone arancioni e rosse avevano già quelle restrizioni che vengono introdotte per tutti per il 25, il 26 ed il 1 Gennaio.

Per poi aggiungere: “Non ho sentito nessuno lamentarsi. Nessuno ha mai contestato la possibilità di andare dal genitore solo perché appunto era già prevista dai meccanismi dell’autocertificazione. Questo è previsto anche per il 25, il 26 ed il 1 Gennaio“.

Non solo, il Ministro per gli Affari regionali ha anche dichiarato che “chi contesta queste norme lo fa come se da questa parte ci fosse nel Governo qualcuno che non ci tiene al Natale, tutti noi vogliamo abbracciare i nostri cari ma il natale sarà diverso.

Per infine concludere dicendo sull’argomento che “nessuno resterà solo, è garantito in caso di esigenze e necessità”.

Infine la conduttrice Barbara d’Urso ha chiesto al Ministro Boccia: “Se uno dovesse trasgredire che cosa rischia? Multa? Denuncia penale?“.

“Le sanzioni pecuniarie sono le stesse, da 400 a 1000 euro. Incoraggio fortemente a non violare”. Questo dal punto di vista amministrativo, ma il Ministro vuole sottolineare che: “le sanzioni penali ci sono se si stanno certificando cose false” mettendo in guardia i cittadini nel diffidare da comportamenti ‘furbi’ ed aggiunge: “Aggirare le norme significa fare del male agli altri”.

 

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