Paolo Rossi, così parlava l’ex Pallone d’Oro: “Il calcio di oggi…”

Paolo Rossi, dopo aver smesso di giocare, è stato a lungo commentatore di calcio in tv. Ecco cosa pensava realmente del campionato italiano

Paolo Rossi, così parlava l'ex Pallone d'Oro: "Il calcio di oggi..."
Rossi

Paolo Rossi ci ha lasciato e con lui se ne va un altro pezzo della storia del calcio. Dopo la morte di Diego Maradona, un’altra icona del campionato italiano degli anni ’80 se ne è andata.

Proprio in quegli anni, fino agli inizi del nuovo secolo, l’Italia era considerata mondialmente la patria del calcio. Non avevamo la classe dei brasiliani, certamente, ma la maggior parte dei giocatori più forti al mondo erano in Serie A.

Ora le cose sono cambiate e i campioni più affermati, solitamente, scelgono altre mete come la Liga o la Premier League inglese. Ma, a prescindere da dove giochino, il calcio si è radicalmente modificato.

Ne era convinto lo stesso Rossi che, nonostante dopo aver smesso di giocare aveva a lungo partecipato come opinionista alle trasmissioni calcistiche di Sky, Mediaset e Rai, in più di un’occasione aveva ribadito che la nuova era del football non lo entusiasmava più di tanto.

In un’intervista a Maurizio Crosetti, ad esempio, aveva affermato: “Il calcio lo vedo quando posso e non mi diverte granché, almeno quello italiano. Troppo tatticismo”.

Paolo Rossi e quel rinnovo di contratto con Boniperti

Paolo Rossi, così parlava l'ex Pallone d'Oro: "Il calcio di oggi..."
Con la maglia della Juve

Ma nelle sue parole, che risalgono al 2002 durante la presentazione di uno dei suoi tre libri, Rossi non si limita a criticare lo sport più amato dagli italiani solo dal punto di vista tecnico-tattico.

Le sue perplessità andavano a toccare anche altri punti, come ad esempio quello economico.

Paolo Rossi racconta, ad esempio, di una sua trattativa per un rinnovo di contratto con Boniperti: “Nel libro c’è un capitolo in cui racconto le battaglie con Boniperti per il rinnovo dei contratti. Una volta impiegai due mesi per avere dieci milioni d’aumento: ascoltati adesso, certi aneddoti non sembrano di vent’anni fa ma di cinquanta”.

L’ex Pallone d’Oro, dunque, vedeva l’evoluzione del calcio come una cosa negativa. Rimpiangendo i tempi in cui i rapporti personali erano più semplici e valevano più di mille contratti.

Un’epoca che forse non tornerà più e che oggi, con il suo addio, perde un altro pezzo.

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