Crisi di Governo, ecco quando Conte rischia di ‘cadere’. Questione di “maggioranza assoluta”

Oggi il Governo Conte tenterà di arrivare alla maggioranza assoluta anche in Senato. Già domani ne avrà bisogno o la crisi continuerà

Giuseppe Conte
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Sono giorni difficili per la tenuta del Governo Italiano. Dopo l’uscita dalla maggioranza di Renzi e delle due ministre di Italia Viva, il nostro Paese ed in particolare Giuseppe Conte sono chiamati al difficile compito di mantenere saldo il governo e scongiurare la crisi.

La giornata di ieri, nonostante le difficoltà in essere, ha regalato a Conte una prima vittoria con la maggioranza assoluta ottenuta alla Camera con 321 voti favorevoli, ben 5 in più rispetto alla soglia minima dei 316. Oggi si tornerà al voto in Senato, dove ottenere la maggioranza sarà ben più difficile.

Secondo i recenti sondaggi, infatti, Conte al momento potrebbe contare soltanto su 153 voti a favore, tra cui quelli del Movimento 5 Stelle a cui si aggiungono i senatori del PD, LEU, Maie più alcuni senatori a vita. Si attendono poi anche alcuni voti inaspettati, come ad esempio quello di Renata Polverini ieri alla Camera.

La maggioranza assoluta in Senato necessaria già domani

Parlamento Italiano
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Considerando che per ottenere la maggioranza assoluta al Senato sono necessari 161 voti, visto che il totale dei senatori è di 320, i numeri al momento riportati dalle varie agenzie permetterebbero soltanto di raggiungere la maggioranza relativa.

Questo potrebbe comportare dei problemi nel futuro prossimo. Secondo la Costituzione italiana, infatti, la maggioranza relativa è sufficiente per votare la fiducia al Governo. Ma in alcuni casi specifici, come ad esempio l’elezione del presidente della Repubblica, è necessaria quella assoluta.

Uno di questi casi è il voto per lo scostamento dal pareggio di bilancio. Ebbene domani 20 gennaio arriverà alla Camera proprio questa votazione: se passerà, visto che alla Camera il Governo Conte gode di maggiori consensi, allora servirà anche la maggioranza assoluta in Senato. Ed al momento non c’è. La crisi, quindi, se anche oggi venisse scongiurata, potrebbe solo essere rimandata di qualche ora.

 

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