Morte Michele Merlo, cade la prima testa: nei guai il medico del 118

Michele Merlo, un medico del 118 è “in ferie forzate”: le ultime notizie e gli aggiornamenti sulle indagini per la morte del cantante

Morte Michele Merlo, novità sul medico del 118 che lo ha soccorso
Morte Michele Merlo, novità sul medico del 118 che lo ha soccorso (websource)

Arrivano a un punto di svolta le indagini sulla morte del cantante Michele Merlo. Quelle condotte dall’Ausl di Bologna (l’azienda sanitaria locale) hanno portato allo “stop” del medico del 118 che ha visitato l’artista quando si è recato in ospedale per farsi controllare. Merlo aveva forti dolori alla testa e un pressante mal di gola. Come riporta “Il resto del Carlino” un medico sarebbe stato messo in “ferie forzate”.

L’indagine, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe arrivata alla conclusione che “si sono evidenziate alcune criticità sotto il profilo organizzativo all’ospedale di Vergato, ma non di particolare gravità”. Praticamente, il medico che ha visitato Merlo non avrebbe colpe, in quanto tutto è stato fatto secondo la procedura. Eppure il medico risulta assente dal lavoro e in “ferie forzate”, forse per essere sottratto al clamore mediatico.

Michele Merlo è morto: addio al giovane artista di "Amici"
Addio al giovane artista di “Amici” (websource)

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Morte Michele Merlo, proseguono le indagini. Sequestrati i documenti medici

In ogni caso la famiglia del cantante respinge questa conclusione e chiede che le indagini vadano avanti. A far infuriare i parenti di Merlo ci sarebbero state anche le voci che hanno accusato il giovane di fare uso di droghe. La famiglia ha respinto ogni accusa replicando che Michele non aveva alcun vizio. A lanciare questa accusa sarebbe stato proprio un medico del 118, sempre come si legge su “Il Resto del Carlino”.

Merlo sarebbe stato accusato di fare uso di droghe da un medico del 118: dovrebbe essere lui il dottore messo in ferie forzate, ma la vicenda non è ancora chiara. Del resto la Ausl di Bologna non ha ancora concluso le proprie indagini. Continuano a lavorare anche i NAS, che stanno esaminando la documentazione clinica inviata dall’Ospedale Maggiore. Tutte le documentazioni, infatti, rimangono sotto sequestro.

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