Morte di Maradona, l’ultima copertina nasconde una macabra coincidenza

Morte di Maradona, quattro giorni fa l’ultima copertina su una nota rivista italiana. Un particolare nasconde una macabra coincidenza

L’ultima copertina in ordine di tempo dedicata da una rivista italiana a Diego Armando Maradona è freschissima. Sabato scorso, 21 novembre, Sportweek (il settimanale supplemento de ‘La Gazzetta dello Sport’) festeggiava la sua rinascita dopo l’uscita dall’ospedale. Ma sopra il titolo c’è un particolare che si nota e sa di macabra coincidenza, a che se non è preveggenza.

Quello con Maradona in copertina infatti era il numero 47 della rivista, come possiamo vedere dall’evidente cancelletto sopra la testata. E chi conosce la smorfia napoletana sa bene che il 47 è ‘o muorto’, cioè il morto. Un’accezione benevola in realtà, perché è inteso come un defunto che anche dopo l’addio continua a seguirci, a proteggerci, a parlarci. Ma a rivederla oggi suona decisamente strana.

In quelle pagine c’era anche un’intervista a Ciro Ferrara, compagno di tante battaglie nel Napoli: “Avevo 17 anni, Maradona pochi di più, 24. Siamo cresciuti insieme, ma è vero che io sono stato uno dei suoi prediletti. In me ha visto forse il figlio di una città, Napoli, alla quale ha legato la sua storia e della quale ha fatto la storia, insieme a quella del club”.

Diego Maradona è morto a 60 anni (Twitter)

Morte di Maradona, Argentina e Napoli (che vuole intitolargli lo stadio) in lutto

Diego Maradona è morto, il governo argentino ha proclamato l’istituzione di tre giorni di lutto nazionale. Lutto cittadino invece a Napoli, annunciato dal sindaco
Luigi De Magistris. Questa sera le luci dello stadio San Paolo resteranno accese tutta la notte mentre i tifosi del Napoli hanno già acceso decine di lumini votivi nella piazzetta ai Quartieri Spagnoli davanti al murales di Diego Maradona. E parte la proposta di intitolargli lo stadio, promossa del presidente della commissione Sport, Carmine Sgambati, che ne ha parlato a Fanpage.it

 

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A ricordarlo sono in tantissimi. Come Pelé, spesso paragonato a Maradona come più grande calciatore di sempre. “Perdo un amico – ha commentato  su Instagram – e il mondo invece perde una leggenda. Un giorno, spero, potremo giocare insieme nel cielo”. Commosso anche il ricordo di Michel Platini alla radio francese RTL: “Questo è il nostro passato che se ne va. Con Diego ci siamo visti, affrontati tante volte. Avevo una grande ammirazione per lui, poi certamente c’era la rivalità.

La Uefa ha deciso di ricordarlo con un minuto di silenzio prima delle partite di Champions League ed Europa League di oggi e domani. Anche la Serie A farà lo stesso nelle gare del prossimo weekend.

E poi c’è il dolore della famiglia, una grande famiglia allargata. La prima moglie, Claudia Villafane, che lo aveva accompagnato nella sua avventura napoletana. E Diego Sinagra, il figlio di Maradona nato 34 anni fa dalla storia con Cristiana Sinagra. Ma c’è un mondo più allargato che lo piange, ricordando quello che è stato.

Diego Armando Maradona: “la mia terza vita”

Nell’articolo di SportWeek, Diego Armando Maradona, parlava proprio della sua ‘terza vita’: una sorta di rinascita da quella vita sregolata che lo aveva sempre caratterizzato. Alzate di testa, droga e donne, erano state sempre, dopo il calcio, la sua più grande passione.

Ma Armando voleva cambiare, era cambiato. E se oggi rileggiamo quella copertina di SportWeek, quella frase in primo piano, ci sembra quasi di leggere una ‘predizione’ di Maradona. La terza vita è infatti intesa come la vita eterna, ed in un certo qual modo, Maradona sembra aver, con questa frase, dato un saluto ai suoi amici, ai suoi seguaci e a tutto il mondo. Maradona in qualche modo sapeva che da lì a poco, qualcosa sarebbe davvero cambiato per lui.

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